Il DADA è un dispositivo organizzativo a rilievo didattico che abilita, favorisce, suggerisce e incentiva (almeno nella loro ricorrenza probabilistica) ulteriori pratiche didattiche, operative e costruttivistiche, che offrano un vantaggio differenziale (“Delta”) per apprendimenti significativi, resistenti e profondi.
Il DADA e la relativa dizione sono un marchio registrato (confronta le procedure per l’uso legittimo) di proprietà dei co-fondatori Ottavio Fattorini e Lidia Cangemi. Il suo costrutto scientifico è definito dal “combinato disposto” di tutti e 10 i principi (5 cinque postulati e 5 caratteristiche) esposti nel Manifesto delle scuole DADA, scritto da Ottavio Fattorini, reperibile su questo sito e nel libro: Fattorini, O., Il Manifesto delle scuole DADA. La scuola dell’”Eppur si muove!”, Erickson, 2024.
Il volume illustra i 10 principi (5 postulati e 5 caratteristiche) del Manifesto delle scuole DADA, evidenziando gli aspetti teorici e pratico-operativi per la realizzazione del Modello, insieme a suggestive visioni pedagogiche e didattiche.
Articoli in evidenza
Prossimi eventi
Nessun evento in programma. Clicca qui per visualizzare gli eventi passati
Storia di un progetto
I Licei Scientifici Statali “J. F. Kennedy” e “A. Labriola” di Roma hanno avviato a partire dall’A.S. 2014/15, una radicale innovazione pedagogico–didattica e organizzativa con l’obiettivo di coniugare l’alta qualità dell’insegnamento liceale italiano, con la funzionalità organizzativa di matrice anglosassone. Gli istituti funzionano per “aula–ambiente di apprendimento”, assegnata a uno o due docenti della medesima disciplina, con i ragazzi che si spostano durante i cambi d’ora. Ciò favorisce l’adozione, nella quotidianità scolastica, di modelli didattici funzionali a quei processi di insegnamento-apprendimento attivo in cui gli studenti possano divenire attori principali e motivati nella costruzione dei loro saperi.


Il progetto DADA ha l’ambizione di concretizzare tale modello di innovatività didattico-organizzativa, su base tecnologica, ponendosi come paradigma metodologico disseminabile e trasferibile in altri contesti. La sfida consiste proprio nella sua realizzazione operativa rimanendo praticamente invariati molti dei fattori che determinano il sistema scolastico italiano.
Perché
Nonostante gli sforzi già attuati dalle scuole italiane, i risultati conseguiti dai nostri studenti nell’ambito dell’indagine PISA (Programme for International Student Assessment) nella competenza di lettura e comprensione, nella matematica e nelle scienze, sono statisticamente inferiori alla media dei paesi OCSE (http://www.invalsi.it) anche se nel problem solving, probabilmente essi manifestano una chiara supremazia rispetto alla media degli stessi paesi, proprio per la strutturazione disciplinare di taglio epistemologico tipico della formazione liceale italiana.

In quest’ottica il progetto DADA nasce dall’idea di valorizzare il buono del nostro sistema educativo, colmare il gap con i best performers europei, migliorare ed incrementare il successo scolastico di ciascuno studente favorendone dinamiche motivazionali e di apprendimento efficaci per l’acquisizione delle abilità di studio proprie del Lifelong Learning.
L’attuazione di DADA, con la creazione di ambienti di apprendimento attivi dove gli studenti diventano sempre di più soggetti positivi della propria formazione, intende favorire la diffusione, nella didattica quotidiana, di approcci operativi che tengono conto della “piramide dell’apprendimento” in cui il “fare” garantisce una migliore sedimentazione delle conoscenze oltre che l’acquisizione di abilità e competenze.
Il ripensamento della modalità di fruizione degli spazi educativi implica una necessaria fluttuazione da parte degli studenti tra le “isole didattiche”. Tale approccio “dinamico e fluido”, considera gli spostamenti degli studenti buona occasione per l’ottimizzazione dei tempi morti, nei cambi d’ora, e stimolo “energizzante” la capacità di concentrazione come testimoniato da accreditati studi neuroscientifici.
Chi
Presupposto indispensabile per il conseguimento degli obiettivi previsti è la condivisione forte, nelle comunità educative dei due istituti (docenti, personale Ata, alunni e famiglie), di intenti e prospettive, così da raccogliere con entusiasmo le rinnovate sfide:
- professionale per i docenti e il personale Ata;
- motivazionale per gli studenti;
- di partecipazione alla vita scolastica dei propri figli per le famiglie.
Come — Due modelli organizzativi a confronto


Al Liceo Labriola per realizzare il progetto DADA è stato necessario ripensare integralmente lo spazio educativo a partire dalla sua fisicità, collocando sui diversi piani dell’edificio scolastico i dipartimenti disciplinari partendo dai laboratori già esistenti.
Gli stessi dipartimenti son stati resi facilmente identificabili a partire dai corridoi grazie ad un’adeguata segnaletica e differenti colori dipartimentali. La struttura moderna, la presenza di un’unica sede, la reiterazione delle caratteristiche degli spazi architettonici hanno quindi suggerito una individuazione di aree-dipartimenti, che facilitano lo scambio di informazioni e metodologie fra i docenti afferenti alle medesime aree disciplinari.
Al liceo Kennedy, caratterizzato da due edifici con una struttura architettonicamente più complessa, sviluppata su cinque piani, collegati da diverse scale e con aule di varia capacità, si è preferito organizzare i gruppi di discipline orizzontalmente, per limitare gli spostamenti verticali. Anche qui ogni piano è identificato con un colore ed ogni aula/disciplina da un elemento iconografico caratterizzante. Le aule sono state attrezzate con librerie e scaffalature idonee a contenere gli strumenti caratterizzanti le singole materie.
In entrambi i casi i laboratori presenti sono stati integrati nell’orario scolastico in modo da essere, di fatto, parte integrante delle attività curricolari, mentre le restanti aule sono state corredate da tecnologie 2.0, dotazioni informatiche, multimodali ed arredi modulari per la creazione di un ambiente di apprendimento funzionale a favorire didattiche basate sulla logica costruttivistica, collaborativa ed inclusiva.

L’arredo dell’aula, concepito in maniera flessibile e versatile si presta a rapide trasformazioni, per adattarsi alla lezione che il docente intende offrire di volta in volta.
L’aula, per adattarsi alla lezione che viene proposta di volta in volta; l’aula, personalizzata dagli stessi docenti e resa da loro stessi confortevole ed ospitale, è un simbolo tangibile del cambiamento. Essa diventa il luogo elettivo dell’apprendimento in grado di rispondere in maniera efficace ed esauriente ai bisogni formativi ed informativi degli alunni del terzo millenio, abituati ad usare diversi codici di comunicazione, ed apprendere attraverso canali formali, non formali ed informali, che favoriscono un apprendimento visivo e ”liquido” e privilegiano i lavori di gruppo.
E’ dunque evidente, continuo e profondo il processo di ricerca e messa in discussione che anima il progetto DADA nel quale svolge un ruolo fondamentale non solo l’uso delle ICT ma anche, e soprattutto, l’organizzazione e la percezione dello spazio vissuto.
La proiezione operativa, in progress, che richiede un’ingente mole di interventi, ha già visto il cablaggio wifi degli edifici scolastici, la parziale dotazione, di impianti di videoproiezione o lavagne interattive e la dotazione integrale di computer di ultima generazione (transformer), fruibili sia per la didattica che per il registro elettronico. Grazie a quest’ultimo, le famiglie potranno ricevere un costante aggiornamento, in tempo reale, della vita scolastica dei propri figli.
… e ancora
Quanto realizzato fin’ora, che non ha determinato costi aggiuntivi per l’Amministrazione, è stato possibile solo grazie all’impegno e all’entusiasmo dell’intera comunità scolastica (docenti, Ata, famiglie, alunni) che ne ha saputo cogliere in prospettiva i benefici e le potenzialità.
L’idea è quella di poter proporre il progetto DADA come un modello paradigmatico sia dal punto di visto metodologico che organizzativo che si ponga come eccellenza delle buone pratiche della scuola italiana.
Procedure per l’uso legittimo
A seguito della individuazione di alcuni abusi commessi da terzi nei confronti del Modello “DADA” o nell’uso della dizione “DADA” è opportuno precisare quanto segue.
Data l’esclusiva proprietà del logo (dei cofondatori) e la proprietà intellettuale del costrutto che definisce il DADA (di Ottavio Fattorini), per tutelarne legalmente il corretto uso, esso non può essere invocato o usato legittimamente se non in ossequio alle procedure presenti su questo sito alla voce “Modi e gradi per essere DADA”. Pertanto, anche a tutela e nel rispetto di quanti hanno seguito o seguiranno le sopra richiamate procedure, eventuali usi illegittimi della dizione DADA verranno perseguiti a norma di legge.
Proprio al fine di evitare distorsioni, è stato previsto che la formazione e le informazioni in merito al Modello DADA possano essere fornite solo, personalmente, dai co-fondatori e, conseguentemente, l’eventuale formazione o informazione rilasciata da qualunque altro diverso soggetto deve considerarsi illegittima, abusiva ed erogata in violazione dei diritti di proprietà intellettuale e, pertanto, perseguibile a norma di legge.
Questo sito è l’unico organo di riferimento del DADA e riporta tutto e, soprattutto, solo, ciò che è legittimamente ad esso ascrivibile. A questo sito fa riferimento la stessa definibilità di scuole DADA, come riportato nel 5° postulato del Manifesto.
I fondatori del Modello DADA dovranno ritenersi esonerati da qualsiasi responsabilità in caso di conseguenze pregiudizievoli derivanti dall’abusivo rilascio di formazione o informazioni in ordine al Modello “DADA” da parte di soggetti non autorizzati.